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Processo alla Scuola

Oggi, 15 aprile 2011, alle ore 10.30, presso la Cavallerizza Reale, si è svolto il “Processo alla scuola”.
L’incontro si è svolto come un vero e proprio processo: l’accusa era presentata da Vittorio Campione, esperto di sistemi educativi, mentre si è occupato della difesa Girolamo De Michele, scrittore ed insegnante.
Come giudice e coordinatore dell’incontro presiedeva Andrea Bajani, scrittore.
A rompere il ghiaccio è stata l’accusa presentando i capi d’imputazione, ed è stata supportata dal perito di parte Rosario Drago e dalla testimone Martina Salemi. E’ stata sottilineata la necessità di un cambiamento alla base del modello educativo e del sistema scolastico, è stata criticata la gerarchia che viene riconosciuta nel senso comune secondo la quale i licei sono considerati al di sopra degli istituti professionali; l’accusa ha fatto notare la mancanza di una forma di orientamento che aiuti gli studenti ad indirizzare al meglio le loro potenzialità. Viene enunciata l’esistenza di una scuola che comprime le cose buone che possono esistere al suo interno, come insegnanti o studenti, che non possono agire all’interno di essa per cercare di modificarla in meglio. Tra le varie testimonianze è emersa la demotivazione e la mancanza di serenità che caratterizza l’ambiente scolastico, sia dalla parte di chi sta dietro la cattedra sia di chi sta dietro il banco. La scuola viene descritta come un’istituzione che non funziona da ascensore sociale ma sacrifica le eccellenze.
L’argomentazione della difesa si basa sul concetto secondo il quale la scuola dovrebbe essere sostenuta dalla società, cosa che invece oggi non avviene poiché ci troviamo a vivere in una società in cui “non conta la cultura ma conta il culturismo”. Viene promosso un ambiente cooperativo rispetto ad uno competitivo, oggi vengono notate le capacità visibili degli alunni senza valorizzare quelle che potrebbero essere potenzialità latenti. Le testimonianze del perito di parte Domenico Chiesa e del testimone Ovidio Piscariu, affermano che non è vero che la scuola è una scommessa mancata. Esistono ancora quegli insegnanti che riescono a farti vedere la possibilità di costruire un futuro. L’obiettivo da raggiungere secondo la difesa è il cambiamento della scuola in una istituzione che sia all’altezza di tutti e che possa diventare un vero e proprio laboratorio di democrazia.
Al termine delle argomentazioni di entrambe le parti, la giuria ha espresso il suo parere: la scuola è stata assolta dai capi d’accusa.
Della stessa posizione è stato, infine, il giudice che ha potuto esprimere il proprio pensiero: accusa e difesa stanno entrambe dalla stessa parte, in quanto durante la mattina si è svolto un incontro dialettico, un confronto che rispondeva alla domanda “Cosa vogliamo dalla scuola?”. Bajani sottolinea la necessità di imparare a porre domande “presuppone l’esistenza di un futuro”, per la scuola e per tutti noi.


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