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Si comincia!

 

Ed eccoci al via dell’evento che tutti voi stavate attendendo!

La Caserma di Via Asti ha fatto da cornice all’imperdibile seconda edizione della Biennale Democrazia. Dopo il check in e l’accoglienza dei ragazzi si è passati all’assemblea che ha avuto inizio alle ore 17:00 (con poca puntualità). Tutti i partecipanti si sono trovati sotto il gazebo centrale. Il Campus sorge in luogo simbolico, come spiegato da Gianfranco (viva i pranzi lunghi e discorsi brevi!Cit). La caserma “La Marmora”, infatti, prende il nome dal fondatore dei Bersaglieri ciclisti, è stata protagonista prima dell’occupazione dell’esercito nazista dopo l’armistizio poi, negli anni di piombo, del primo processo alle Brigate Rosse. Nel 2009, dopo anni di abbandono, il comune di Torino ha chiesto agli alpini di restaurare una delle palazzine presenti nell’edificio, per ospitare rifugiati politici somali. Insomma, da queste pareti trasuda la storia del nostro Paese!

 

E dopo un potente “la-” di chitarra, iniziamo con la lettura di un testo di Giacomo Ulivi, partigiano ucciso a soli diciassette anni; per poi passare ad un famoso discorso dell’ex presidente della Repubblica, Sandro Pertini, e con il pensiero profondo di Saadi Saadi, il cui nome in arabo (speranza), si contrappone al significato in inglese (triste), per finire con il “discorso agli ateniesi” di Pericle.

Attirati ormai da queste dotte testimonianze, l’avvio definitivo arriva dalle parole di Andrea Sacco, giovane (ma non troppo) presidente di Acmos, associazione nata 12 anni fa, proprio a Torino. Andrea ci introduce al campo invitandoci a riflettere sul gusto dei valori democratici, anche insieme al signor Chiosso, presiedente degli alpini, di cui siamo ospiti, che ci fa notare quanto questa condivisione di luogo pubblico sia coerente con le letture fatte in precedenza.

 

L’incontro si conclude con un simbolico dono: la bandiera di Acmos.

 

Sacco ci ricorda ancora che questo luogo di incontro, le parole appena pronunciate non devono essere solo mera memoria, ma uno spunto per riflettere su chi vogliamo essere e sul tipo di società che vogliamo costruire. L’importanza dell’impegno di ognuno di noi, l’insieme di regole condivise, la spinta sociale – che parte dalla relazione tra le persone – sono i capisaldi di una buona democrazia.

Il presidente ha poi concluso invitando il responsabile di casa Acmos a dare testimonianza dell’impegno concreto dell’associazione. In questi giorni, infatti, la prima comunità di Acmos sta ospitando 12 migranti tunisini, dimostrando l’importanza della partecipazione attiva, dell’impegno e dell’accoglienza, in questo momento politico globale.

Ed eccoci, infine, all’intervento della vicepresidente Elisa Ferrero, (per l’altezza non è stata vista da tutti), che ci ha ricordato quanto nel sia importante rispettare orari e semplici regole. Non lo riportiamo, confidando nella vostra attenzione all’assemblea.

Ricordiamo solamente la caccia al tesoro, a cui si partecipa portando al gazebo della comunicazione una foto con un relatore, una foto di un simpatico tricolore assemblato come meglio credete, delle misteriose info sugli animatori e l’ancor più misteriosa (non la sanno neanche loro) prova bonus.

Sperando che tutti riescano a rientrare prima dell’una, vi auguriamo un buon campus, ricco di spunti, riflessioni approfondite, ma anche tanto divertimento!

 

di Viola Crova e Claudio Bethaz

 

 


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