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Globalizzazione e politiche economiche: Mario Draghi inaugura BD

Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia dal 2005, ha inaugurato oggi Biennale Democrazia al Teatro Carignano di Torino, proponendoci una lezione di politica economica riguardo all’odierna crisi.

È stato accolto dal Giudice della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelzky e da molti esponenti della sfera politica torinese e piemontese, tra cui il Sindaco Sergio Chiamparino: quest’ultimo ha letto una lettera spedita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, non potendo partecipare all’evento, ha inviato così i suoi migliori auguri alla riuscita delle future giornate di incontro.

Il Governatore ha voluto parlare del problema della crisi economica, problema ormai internazionale, esponendo quale ruolo possa e debba avere la democrazia in questo contesto.

È partito proprio da un’osservazione di Napolitano, citata due anni fa all’inaugurazione di Biennale Democrazia: il Presidente notò come <<sia in atto da tempo un passaggio dalle dimensioni nazionali della sfera decisionale a dimensioni ultra nazionali, europee e globali, e come questo determini un cambiamento importante per la democrazia>>.

Mario Draghi ha affermato che mai come in un momento di crisi, la cooperazione internazionale è necessaria: la globalizzazione, infatti, integra le economie, ma i paesi colpiti continuano a rimanere ancorati alla propria dimensione nazionale: eppure, in questi periodi di profonda crisi, ogni paese è disposto a rinunciare al proprio interesse particolare in nome dell’interesse comune. Purtroppo questa risposta coordinata tende a indebolirsi quando il momento più drammatico della crisi viene superato. Draghi si augura che questa forza non vada persa, ma che sia una risorsa per costruire un futuro sistema finanziario più robusto.

Quali proposte per affrontare le crisi di oggi e del futuro?

<<L’unica crisi paragonabile a quella attuale – continua Draghi- è quella degli anni Trenta, anche se quest’ultima fu più profonda e più duratura: il confronto tra queste due crisi ci fa comprendere come, negli ultimi decenni, il modus operandi della politica economica e i benefici della cooperazione internazionale siano di gran lunga progrediti.>>

Secondo il Governatore, gli interventi economici necessari a livello internazionale possono essere raggruppati in tre aree: la global governance, cioè regole e procedure che rendano coerenti le decisioni di politica economica dei singoli Stati, la costruzione di un sistema finanziario internazionale e, infine, la struttura di governo dell’Unione Europea.

Le regole europee, infatti, non sono state in grado di impedire politiche di bilancio imprudenti da parte di alcuni Paesi: ciò può portare ad affrontare delle difficoltà per la stabilizzazione della crescita dell’area.

In questa prospettiva, il mese scorso, il Consiglio Europeo ha approvato nuove proposte per rafforzare il Patto di stabilità e di crescita, che, tra le altre norme, impone ai Paesi di raggiungere nel medio termine il pareggio di bilancio strutturale.

Il deficit democratico può presentarsi, dunque, separando il concetto di sovranità con quello di territorio. Si rischia una tecnocrazia, cioè una forma di governo dove le decisioni politiche vengono prese da tecnici ed esperti dell’Economia.

Quale può essere quindi la soluzione? Da dove si possono trarre regole e leggi in un ambito internazionale dove- afferma Draghi- non esiste un Leviatano?

Non c’è una risposta definitiva a questa spinosa domanda: ma, e il nostro Governatore ne è certo, che l’Unione Europea rimane sempre e comunque, per noi italiani, per noi europei, un punto di riferimento e condizione essenziale per progredire ancora.

di Claudia Chiemento

 


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